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Evento

Cappella Musicale della Basilica di S. Maria Maggiore - Concerto

Luogo Basilica di Santa Maria Maggiore
Data domenica, 12 ottobre 2025
Orario 17:00
Ingresso gratuito

Deiparae Virgini. Un viaggio musicale nella Basilica di S. Maria Maggiore a metà 600

Domenica 12 ottobre 2025 alle ore 17.00 la Basilica di Santa Maria Maggiore ospiterà il concerto “Deiparæ Virgini – Un viaggio musicale nella Basilica di Santa Maria Maggiore a metà Seicento”, un evento che intende rievocare la grande tradizione musicale barocca lombarda e la centralità della Basilica di Bergamo come luogo di eccellenza artistica nel XVII secolo.
Il programma pone al centro la Missa quinque vocibus (Missa Lauretana) di Giovanni Legrenzi (1626-1690), organista della Basilica tra il 1645 e il 1656 e protagonista assoluto della musica sacra italiana. L’opera, tramandata in un prezioso manoscritto del 1689, rappresenta una testimonianza unica della devozione mariana e della raffinata scrittura polifonica dell’epoca.
Ad arricchire il percorso musicale figurano composizioni di altri maestri legati alla Basilica:
  • Tarquinio      Merula (1595-1665), con brani organistici e la celebre   canzonetta spirituale Hor Ch’è Tempo Di Dormire;
  • Giovan      Battista Crivelli (1600 ca.-1652), con O intemerata;
  • Maurizio      Cazzati (1616-1678), con Ave maris stella;
  • Giovan      Battista Quaglia (1625 ca.-1700), con Spargite lilia.
Interpreti
  • Marta      Fumagalli, soprano
  • Paolo      Borgonovo, alto
  • Roberto      Rilievi, tenore
  • Paolo      Tormene, quintus
  • Filippo      Tuccimei, basso
  • Luigi      Panzeri, organo
  • Cristian      Gentilini, maestro di cappella
L’iniziativa si propone come un importante momento di valorizzazione del patrimonio musicale seicentesco, offrendo al pubblico l’opportunità di ascoltare opere di grande rilevanza storica ed estetica, restituite nel contesto liturgico e devozionale che le ha generate.
DEIPARÆ VIRGINI. 
Un viaggio musicale nella Basilica di Santa Maria Maggiore a metà Seicento
Il programma ci trasporta nel cuore pulsante del Seicento musicale italiano, epoca di straordinaria fioritura artistica in cui la musica sacra raggiunse vette sublimi di espressione spirituale e la Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo rappresentò nel XVII secolo un centro di eccellenza della vita musicale ecclesiastica lombarda, attirando i più illustri compositori dell'epoca. Deiparæ Virgini (Alla Vergine Madre di Dio) evoca immediatamente la profonda devozione mariana che la Basilica ebbe sempre per la sua madre protettrice e caratterizzò questo periodo storico, trovando nella musica sacra una delle sue manifestazioni più elevate e commoventi.
La Missa quinque vocibus, conosciuta anche come Missa Lauretana (poiché dedicata alla Vergine di Loreto) di Giovanni Legrenzi (1626-1690), costituisce l'asse portante dell'intero concerto. L’opera ci è giunta in forma di partitura manoscritta unica, datata al 1689 e conservata nell’archivio di Loreto. Le sue dimensioni in folio sono quelle tipiche degli antichi codici musicali da leggio, pensati per essere letti facilmente dai cantori durante la liturgia. È un volume raffinato, con decorazioni dorate sulla legatura e iniziali miniate in rosso, realizzate da Francesco Sarti, basso e copista nella Cappella di San Marco. Il manoscritto appare arcaico non solo nell’aspetto, ma anche nel contenuto, nella disposizione delle parti e nella notazione. Legrenzi, figura di spicco del barocco italiano e organista della Basilica dal 1645 al 1656, dimostra in quest'opera la sua maestria nel coniugare solennità liturgica e raffinatezza compositiva, coniugando la Seconda Pratica monteverdiana con il rigore contrappuntistico proprio della Prima Pratica. È difficile non vedere in questa Missa un devoto testamento spirituale che il compositore clusonese offrì alla Vergine di Loreto. 
Le sue cinque sezioni canoniche - Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei - si susseguono come pilastri di una cattedrale sonora, fra i quali si inseriscono opere di altri importanti maestri della Basilica coevi: Tarquinio Merula (1595-1665), Maestro di Cappella nel biennio 1631-1632, emerge come figura di particolare fascino attraverso i suoi tre brani organistici che punteggiano il programma come momenti di pura contemplazione strumentale. La sua Hor Ch'è Tempo Di Dormire, conosciuta anche come Ninna nanna della Madonna, rappresenta un gioiello di intimità spirituale, dove la tenerezza materna si fonde con la sacralità del mistero dell'Incarnazione. Giovan Battista Crivelli (1600 ca.-1652), Maestro di Cappella dal 1642 al 1648, contribuisce con O intemerata, antifona mariana di profonda intensità espressiva che celebra la purezza della Vergine. Maurizio Cazzati (1616-1678), che guidò la cappella musicale dal 1653 al 1657, quando Legrenzi ne era il primo organista è presente con l’antifona mariana Ave maris stella per voce di tenore, due violini ad libitum e continuo. Giovan Battista Quaglia (1625 ca.-1700), organista dal 1674 al 1690, arricchisce il programma con Spargite lilia, brano che evoca la purezza mariana attraverso la metafora floreale dei gigli. Il concerto si chiude ancora con Legrenzi: il Salve Regina a 5, tratto dalle Compiete op.7, crea una perfetta cornice che riporta l'attenzione sulla figura mariana, Regina della pace e Madre di misericordia.
Questo programma rappresenta molto più di una semplice rassegna musicale: è una finestra aperta su un'epoca in cui la musica era veicolo primario di elevazione spirituale e la devozione mariana permeava ogni aspetto della vita religiosa. La Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, con la sua straordinaria tradizione musicale, diventa così il simbolico ponte tra la dimensione terrena e quella celeste, tra l'arte umana e l'aspirazione al divino. L'ascolto di queste opere ci permette di riscoprire la ricchezza di un patrimonio musicale che unisce perfetta tecnica compositiva e profonda spiritualità, testimoniando come la musica sacra del Seicento rappresenti uno dei vertici assoluti dell'arte occidentale.
CAPPELLA MUSICALE DELLA BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE IN BERGAMO
Istituita a partire dalla seconda metà del XV secolo, quella della Basilica di S. Maria Maggiore è una delle Cappelle musicali più illustri ed antiche d'Italia. La prima menzione di un insegnante di musica viene considerata quella risalente al 29 settembre 1480 con riferimento a un certo "prete Giovanni", direttore dei cantori, assunto perché «debeat in cantu figurato cum aliis cantare et clericos ecclesie aptos docere musicam». Doveva perciò insegnare la musica agli altri chierici, cui potevano aggiungersi cantori laici e organisti, stipendiati dalla MIA. Dal primo nucleo di cantori guidati dal magister, si formò e perfezionò poi la vera e propria cappella musicale che nei secoli ha saputo mantenere alta la qualità del suo servizio grazie alla munificenza della MIA e alla fama dei suoi Maestri, tra i quali si annoverano F. Gaffurio, P. Vinci, A. Grandi, T. Merula, G.B. Bassani, C. Lenzi, S. Mayr, A. Ponchielli. Attualmente è formata da 16 cantori professionisti che assicurano il servizio musicale liturgico di tutte le domeniche e festività dell'anno configurandosi di volta in volta in vari organici secondo il repertorio. A questa formazione di base si aggiunge un coro amatoriale. Unita alla precipua attività liturgica vi è quella concertistica e discografica, volta a valorizzare le musiche composte per la Basilica nei secoli passati e a riproporne di nuove. Dal 2015 ricopre il ruolo di maestro di cappella il compositore e direttore di coro Cristian Gentilini.



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